sábado, 23 de marzo de 2013

Museo histórico de la Liberación en Roma


 Museo Storico della Liberazione di Roma
Lasciano un segno profondo le drammatiche testimonianze, gli estremi messaggi di vita di quegli uomini, protagonisti della Resistenza, che furono rinchiusi e torturati nel famigerato carcere nazista diretto da Herbert Kappler, all'apparenza un anonimo palazzo di appartamenti borghesi in Via Tasso, alle spalle di S. Giovanni. Nelle ex-celle, dalle finestre ancora murate, si trova oggi una significativa testimonianza: il Museo Storico della Liberazione di Roma, la cui istituzione è stata resa possibile dalla donazione di quattro appartamenti dello stabile allo Stato effettuata nel 1950 della proprietaria, la duchessa di Morignano Josepha Giuseppina Pia di Brazzà e Cergneu Savorgnan in Ruspoli.
Il Museo fu allestito circa quaranta anni fa grazie all'impegno di Guido Stendardo, proseguito da Arrigo Paladini - che fu "ospite" della famigerata prigione - e poi negli ultimi anni dalla moglie, dopo la scomparsa di quest'ultimo.
Il visitatore si trova subito immerso nel vivo di una "storia vissuta", con i ricordi degli orrori degli stermini nazisti e delle persecuzioni contro gli ebrei, ma anche con le testimonianze dell'importante capitolo della lotta antifascista: nel carcere di Via Tasso vennero tenute prigioniere, prima della morte, anche alcune tra le 335 vittime degli eccidi delle Fosse Ardeatine, di Forte Bravetta (dove nei mesi dell'occupazione nazista furono fucilati 77 combattenti per la libertà) e di La Storta dove trovò la morte, tra gli altri, anche Bruno Buozzi.
Di fronte ai tragici ricordi contenuti nelle sale del Museo l'emozione induce al silenzio: sono graffiti incisi con mezzi fortunosi sui muri delle celle di segregazione, coraggiosi e toccanti messaggi di vita e di libertà inviati clandestinamente alle famiglie spesso in punto di morte ma anche fotografie di caduti, agghiaccianti documenti delle autorità tedesche nonché ricordi della lotta partigiana clandestina, quali i chiodi a tre punte usati contro gli automezzi tedeschi.
La Biblioteca annessa al Museo raccoglie invece, oltre ad un ricco patrimonio di volumi relativi al periodo della Resistenza e della lotta antifascista, anche numerosi giornali, volantini ed opuscoli di lotta altrove introvabili.
E' quindi un patrimonio fondamentale (che purtroppo però riceve un insufficiente stanziamento di fondi), particolarmente utile per tramandare alle giovani generazioni le tracce di una memoria collettiva recente ma spesso falsificata o relegata nell'oblio.

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